Rifatte senza glutine: la torta amaretto

Dopo averla assaggiata, capisco perchè sia diventata la preferita di Gaia. E’ semplicemente deliziosa. E’ un dato di fatto. Questa torta è buonissima. E’ leggera, molto dolce, soffice…. un’autentica coccola!! Ed in più è semplicissima da preparare. Cosa si può chiedere di più ad un dolce? 🙂
L’ho preparata il giorno della festa della mamma. Ho invitato i miei genitori a pranzo e vedere la mia mamma che spazzolava via la sua fetta in un lampo ed esclamava “Era proprio buona!” è stata una soddisfazione e una gioia!
Perciò grazie Gaia, per aver condiviso una dolcezza simile 🙂

Questa la versione originale e questa la mia “rifatta”

E’ un pochino più scura di quella di Gaia, perchè ho voluto provare a riprodurla con le mandorle non pelate. Inoltre ho usato 5 uova invece di 4, perchè erano piuttosto piccole. Questi quindi gli ingredienti:

– 2 cucchiai di fecola di patate (da prontuario AIC)
– 1 cucchiaio di fioretto di mais (da prontuario AIC)
– 1 cucchiaio di farina di riso + quella per infarinare la teglia (come da prontuario AIC, per me Lo Conte)
– 200 g di mandorle (io ho usato quelle non pelate)
– 200g di zucchero semolato + 4 cucchiai
– 110 g di burro
– 5 uova (solo se piccoline, altrimenti 4)
– 1/2 bustina di lievito per dolci (come da prontuario AIC)

A parte le mie due piccole modifiche, ho seguito pedissequamente il procedimento descritto dalla ricetta che  riporto di seguito.

Per la base:
separare le chiare dai tuorli e tenere da parte le chiare per la farcitura.
Sbattere i tuorli con 4 cucchiai di zucchero. Aggiungervi 110 g di burro fuso intiepidito, e per ultima la fecola di patate, la farina di riso, il fioretto di mais e il lievito.
Imburrare e infarinare una tortiera da 28cm di diametro e versarvi l’impasto. Ne verrà uno strato piuttosto sottile. Va bene così.

A parte tritare finemente le mandorle nel mixer e mescolarle a 200 g di zucchero.
Montare le chiare a neve ben ferma e incorporarle un cucchiaio alla volta al miscuglio di mandorle e zucchero.
Versare il composto così ottenuto nella tortiera, sopra l’impasto, e far cuocere nel forno precedentemente scaldato a 180° per 40 minuti (io l’ho cotta per 35 minuti esatti ed era ben colorita come vedete)


Il Presidente (che adora le mandorle! hi hi hi ) si è leccato i baffi, mentre io, da golosona quale sono, ho voluto provare ad assaggiarla con un pizzico di sciroppo d’acero, che secondo me si sposa a meraviglia col sapore delle mandorle. Il risultato mi ha mandata in visibilio! Grazie Gaia, questa torta verrà presto preparata di nuovo 😀


Un abbraccio a tutte, ci vediamo il mese prossimo con la pasta sfiziosa di Tania!

 

Tortino di carciofi in pasta matta … e un finto orto in quarantena.

Il mio finto orto è ufficialmente in quarantena. Le mie speziette moleste si sono ammalate. Ecco. Dopo l’anarchia, l’ammutinamento.
Qualche giorno fa, durante il rito dell’annaffiatura, mi sono accorta che la menta aveva delle macchioline marroncine, il prezzemolo dei minuscoli puntini bianchi, e il timo sembrava ricoperto di polvere bianca. Tutte malattie diverse. Ovvio, non potevo certo aspettarmi che delle spezie anarchiche si mettessero daccordo per prendere tutte lo stesso parassita e rendermi le cose più semplici. Figuriamoci.
Che fare? Annaffiare a pioggia tutti i vasi con la candeggina pura avrebbe sicuramente debellato la malattia (e mi avrebbe concesso il subdolo e dolce piacere di una sacrosanta vendetta), ma assieme ai parassiti avrei debellato anche le piante. (dunque niente vendetta, ahimè!)
Urgeva soluzione possibilmente non troppo aggressiva, perciò mi sono rivolta a San Google, confidando nella rete per avere illuminanti consigli.
Dopo circa 45 minuti di ricerca, avevo trovato un sacco di soluzioni utili. Nell’ordine:
1)  Bagnare per bene tutte le piante con acqua e sapone di marsiglia. 
Ma come avevo fatto a non pensarci da sola, si sa i parassiti, le muffette e i funghi sono notoriamente creature amanti della sporcizia e rifuggono la pulizia in ogni sua forma, figuriamoci il sapone di marsiglia. Al limite le mie piantine avrebbero preso un leggero retrogusto saponato o io e il Presidente avremmo potuto fare qualche bolla mangiandole, che sarà mai. Ok, sapone di marsiglia… vabbè.
2) Interrare per metà uno spicchio d’aglio in ogni vaso, perchè l’odore tiene lontani i parassiti.
Attimo di perplessità in cui ho riletto 3 volte il post per essere sicura di non essere finita in un forum di consigli contro i vampiri, ma no, si parlava proprio di malattie delle piante. Ok…spicchio d’aglio… non mi entusiasmava l’idea di usare l’aglio come deodorante del pianerottolo, ma ok… 
3) Quotidiane docce serali con abbondante acqua fredda per far morire di reumatismi i minuscolissimi ragnetti rossi che possono essere responsabili della malattia della pianta. No aspetta…. quotidiane docce serali?? Dovevo forse mettere le piante nella vasca tutte le sere per affogare i parassiti?? Mai e poi mai! Io  parassiti morti, agonizzanti o coi reumatismi  nella mia vasca non ce li voglio!
4) In caso tutti i metodi descritti sopra non avessero funzionato, sarebbe stato il caso di dare una non meglio identificata  roba chimica ramata sulle piante. Effettivamente mi mancava solo questo all’appello. DOS LOS RAMATOS! Olllèèèè!! (con stacchettata di flamenco e naccherata di sottofondo)
 
Dunque ricapitoliamo. Dovevo armarmi di uno spruzzino caricato con acqua e sapone di marsiglia, 5 spicchi di aglio e uno zainetto con pompetta per il ramato stile il ciclone. Mancavano solo zampe di coniglio e code di rospo. Così equipaggiata secondo me i parassiti non si sarebbero mossi di un millimetro, ma di sicuro si sarebbero sbellicati dalle risate. Dopo un’ora avevo capito che le soluzioni pacifiche e indolori non erano praticabili. Serviva l’artiglieria pesante della chimica, perciò ho spedito il Presidente a fare incetta di munizioni nel vivaio sotto casa. 
Ieri la guerra è stata dichiarata, l’attacco sferrato e giù di potature, spostamenti e bombardamento chimico. 
Alla fine il bollettino di guerra è il seguente: timo rapato a zero ed esiliato dal davanzale al pavimento del pianerottolo, prezzemolo rapato per precauzione, menta rinvasata, bombardamento chimico con una roba strana e blu sulla quale è meglio non indagare troppo e una piantina di basilico col preservativo.
….. Ok, forse avrei dovuto spiegare prima che Tesorodisuocera mi ha regalato anche una piantina di basilico ricoperta da un’involucro di plastica sottile e bucherellata in modo da far passare l’aria e la luce, ma non i parassiti. Un basilico col preservativo. Appunto. Non fatemi domande vi prego…
 
A fine giornata, mi ero meritata un pò di sane coccole, così ho messo in cantiere il tortino di carciofi! Gustosissima ricetta spacciatami dalla Roberta (detta LaRoberta!), la santa donna (e l’amica 🙂 )senza la quale probabilmente non avrei mai scoperto di essere celiaca. E’ un dato di fatto che LaRoberta, oltre ad essere celiaca, è dotata di un superpotere che le consente di identificare con impressionate margine di certezza un celiaco quando le capita a tiro. Una specie di infallibile sensore antiglutine! E’ fantastica! 😀
La versione originale è glutinosa, perciò ho sostituito l’involucro esterno (di farina 00) con la pasta matta (fatta con la ricetta di Felix e Cappera che trovate qui)
 
Questa la delizia poco dopo essere stata sfornata

 

e questi gli ingredienti:per la pasta matta
– 174 g di farina Glutafin
– 50 g di farina Nutrisì per pane
– 26 g di farina Farmo per pane
– 110-120 g di acqua
– 5 cucchiai di olio
– una presa di sale

per il ripieno
– 6 carciofi
– 200 g di prosciutto cotto (rigorosamente senza glutine)
– 100 g di formaggio tipo caciotta
– 100g di formaggio affumicato (io ho usato la provola affumicata)
– 1 uovo
– 2 cucchiai di parmigiano
– olio evo
– sale

Prima di tutto pulite bene i carciofi, metteteli a bagno in acqua e succo di limone e poi tagliateli a fettine sottili. e conditeli con olio e sale. Poi passate alla preparazione della pasta matta, che va stesa ed utilizzata subito, altrimenti tende ad indurirsi e sbriciolarsi un pò. Mettete tutti gli ingredienti nell’impastatrice e fatela andare a velocità media finchè non atterrete una pallina di pasta morbida e solo appena appiccicosa. Preparate un piano di lavoro infarinato, mettete via una parte dell’impasto che servirà per la copertura del tortino e iniziate a stendere il resto col mattarello, cercando di creare un disco il più possibile regolare. Una volta pronto, posizionatelo su una teglia (io ne ho usata una da circa 26 cm di diametro) e aggiungete il ripieno a strati secondo questo ordine: carciofi, prosciutto cotto, formaggio caciotta e formaggio affumicato (io ho tagliato entrambi i formaggi a fette sottili). per ultimo aggiungete l’uovo sbattuto insieme ai 2 cucchiai di parmigiano, spargendolo sulla superficie del tortino.
A questo punto stendete un disco con la pasta matta rimasta e ricoprite il tortino, sigillate bene i bordi ripiegandoli (io mi sono aiutata con una forchetta) e poi…. fate un bel buco al centro col dito! Il buco servirà a non far gonfiare e rompere il tortino durante la cottura. (come vedete dalla foto,una volta terminata la cottura il buco nemmeno si nota più). Infornate  e cuocete a 200° per circa 40 minuti o comunque finchè la pasta non sarà ben dorata.
Una volta cotto e raffreddato a sufficienza per poter essere tagliato, si presentava così
 

 

 

E’ davvero buonissimo! ( e brava LaRoberta!) Io ho usato una teglia grandina e steso la pasta piuttosto sottile perchè il ripieno è molto ricco già di suo, ma nulla vieta di usarne una più piccola e fare degli strati più spessi. In questo modo otterrete un tortino più piccolo di diametro, ma più alto e con l’involucro di pasta più spesso.
GNAM!!!
 

Fettuccine fatte in casa alle vongole

Prima di scoprirmi celiaca, facevo spesso la pasta fatta in casa la domenica. Il presidente la adora e io con lui! Dopo aver dichiarato guerra al glutine, per diversi mesi non l’ho più fatta e quando poi ci ho provato i risultati sono stati tutt’altro che buoni. Diciamo pure pessimi. Senza l’odioso glutine l’impasto non legava e, se anche riuscivo a stendere la sfoglia (rigorosamente col mattarello), la pasta si sbriciolava e non aveva neanche lontanamente la consistenza di quella glutinosa. 
A restituirmi il piacere di fare la pasta è stata la scoperta dello xantano, una gomma naturale per uso alimentare in grado di sostituire il reticolo glutinico nel legare l’impasto e renderlo elastico e lavorabile.
Una specie di polverina magica che rende tutto possibile 🙂
E’ stato amore a prima vista.
Da allora mi è capitato diverse volte di rifare la pasta all’uovo. Ogni impasto è sempre un pò diverso dal precedente a causa della temperatura esterna, dell’umidità e di quanto lo si lavora. La pasta senza glutine non è proprio identica a livello di lavorabilità, ma con un pò di pazienza (e tanta testardaggine) si può riuscire a fare praticamente tutto, fettuccine, tortellini, ravioli e con risultati ottimi…. insomma, una volta presa la mano, la pasta all’uovo viene davvero buona e praticamente identica a quella glutinosa in fatto di sapore.
Oggi l’ho provata per la prima volta con il pesce e mi è piaciuta tantissimo! Ecco qui il risultato
 
 
 
La ricetta base della pasta all’uovo è quella di Felix e Cappera che trovate qui.
 
Io per 2 persone ho usato queste dosi:
 
– 25 g farina di riso (io uso sempre la Lo Conte)
– 61 g di amido di mais
– 63 g di fecola di patate
– 3 g di xantano
– 2 uova
– acqua quanto basta (comunque poca, quindi aggiungetela poco alla volta e con cautela)
 
per il condimento:
 
– 1 sacchetto di vongole lupini (lo so sono una dose spropositata, ma non amo congelarle e non avrei avuto modo di cucinarle prossimamente… quindi crepi l’avarizia e slurp!!)  
– olio evo
– 1 spicchio di aglio
– peperoncino
– prezzemolo tritato (sempre lui, sempre più rigoglioso!)
 
Ho messo tutti gli ingredienti per la pasta nell’impastatrice, esclusa l’acqua che ho aggiunto poco per volta fino ad ottenere una pallina di pasta lavorabile, ma non appiccicosa. Nella versione glutinosa si usa 1 uovo ogni 100 grammi di farina ed il rapporto è perfetto, ma nella versione senza glutine bisogna aumentare un pochino i liquidi. Personalmente preferisco compensare i liquidi aggiungendo un pò d’acqua e mantenere il rapporto uova-farina, perchè in questo modo mi è più facile controllare l’impasto (se preferite però, potere sbattere a parte un altro uovo e aggiungerne un pò all’impasto, fino a raggiungere la consistenza desiderata.)
Una volta pronta la pallina di pasta, l’ho divisa a metà e ho steso col mattarello 2 sfoglie non troppo grandi. Se preferite potete tranquillamente tirare la pasta con la macchinetta e utilizzare sempre quella per tagliare le fettuccine. Io ho voluto provare a farle a mano come facevo con quelle glutinose, perchè rimangono un pò più spesse ed hanno una consistenza diversa, un pochino più irregolare  e più…casalinga 🙂 
Solo un avvertimento: quando ho provato ad arrotolare la sfoglia (come facevo con quella glutinosa) per tagliare le fettuccine, la pasta si spezzava. Mi è già successo in passato, quindi immagino che sia proprio una particolarità dell’impasto. Se volete tagliarle a mano quindi, vi consiglio di lasciare la sfoglia distesa (basta usare un coltello affilato e ci metterete 2 minuti).
La prossima volta che farò la pasta all’uovo proverò ad aggiungere uno o due cucchiai di olio per vedere se l’impasto migliora in elasticità o in resistenza, in modo da poter essere lavorato con le stesse modalità di quello glutinoso.
 
Per quanto riguarda il condimento, ho lasciato le vongole nell’acqua per un’oretta, in modo da eliminare la sabbia. Dopo averle lavate per bene, le ho aggiunte nella padella dove avevo messo l’aglio, l’olio ed il peperoncino e ho chiuso con il coperchio. Una volta che tutte le vongole di sono aperte, ne ho tolta una parte (che avrei usato come decorazione del piatto) e ho sgusciato tutte le altre, lasciandole nel loro sughetto ed ho aggiunto il prezzemolo tritato.
 
Il resto è noto, basta cuocere la pasta, unirla al condimento, impiattare ed aggiungere le vongole col guscio che avevate precedentemente messo da parte per decorare il piatto.
 
Se preferite che la pasta rimanga più gialla, in modo che si veda che tratta di pasta all’uovo, basta usare le uova a pasta gialla e non dovrete cambiare nulla nelle dosi dell’impasto.
 
Buon appetito! 🙂
 
 

Piadine prezzemolate…e un finto orto fuori controllo!

Il mio finto orto (composto da una bella fila di vasetti sapientemente posizionati sul davanzale del pianerottolo di casa) è ormai totalmente fuori da ogni controllo. 
Non credo di aver mai avuto il pollice verde, per me le conoscenze di giardinaggio iniziano e terminano con un semplice “dai l’acqua alle piante”. Se dai l’acqua alle piante, loro crescono. Causa ed effetto, semplice no?
In realtà il dare regolarmente l’acqua alle piante è un’attività che non mi ha mai particolarmente entusiasmata (e che ho sempre avuto la tendenza a dimenticare), ma l’idea di avere a disposizione delle erbette fresche per cucinare mi entusiasmava eccome. Così ho deciso di provare con delle cose semplici tipo prezzemolo, maggiorana, salvia, rosmarino e timo, a cui di è aggiunto un vasetto di menta romana regalatomi da Tesorodisuocera.
Per il primo periodo è andato tutto bene. Io davo l’acqua e loro crescevano. Perfetto. Poi qualcosa è cambiato e le mie speziette hanno cominciato a diventare un tantino moleste, per poi trasformarsi in creature assolutamente anarchiche!
La maggiorana, per esempio, è ossessivo compulsiva. Lei deve crescere. Sempre e comunque, con o senza acqua, lei deve crescere a dismisura! Nel giro di poche settimane è diventata talmente tanto grande da somigliare ad un potus, con ciuffi e rametti che pendono da tutte le parti e più la poto, più lei la mattina dopo è di nuovo piena di ciuffi e rami.
Il rosmarino accanto a lei invece mi snobba. Semplicemente non mi calcola. Io lo annaffio e lui sta li, praticamente identico a se stesso da settimane.
La salvia, che sembrava l’unica pianta normale di un orto anarchico, si è suicidata la settimana scorsa. Verde e rigogliosa la mattina, stramazzata nel vaso la sera. Nessuna speranza di rianimarla nemmeno con fiumi di acqua e riti propiziatori col plenilunio. Vatti a fidare.
In tutto questo il prezzemolo si è specializzato in agguati. Normalmente se ne sta tranquillo, ma periodicamente aggredisce il malcapitato di passaggio sulle scale con foglie grandi come lenzuola, spuntate  anche quelle magicamente dalla sera alla mattina! Un modo non troppo subliminale per chiedere di essere potato ed ovviamente cucinato.
 
Ecco, questa sera mi è toccato l’agguato del prezzemolo…. ma a quanto pare non era il solo pronto a farmi venire i sensi di colpa per essere stato trascurato. Mi è bastato aprire il frigorifero ed eccolo li, il mio lievito madre depresso e affranto. Effettivamente il poverino aveva tutte le ragioni per avercela con me, visto che questa settimana, tra un impegno e l’altro, non sono riuscita a preparare nè pane, nè pizza.
 
Cosa fare dunque? Semplice: si mischia tutto e si prova a preparare delle piadine….non con una salsa al prezzemolo, ma col prezzemolo direttamente nell’impasto. Delle piadine prezzemolate, per l’appunto.
 
Ho seguito il procedimento indicato da Felix qui, adattando un pochino le dosi. Ho usato:
 
– 180 g di lievito madre
– 50 g di acqua
– 1 cucchiaio di olio
– 1 cucchiaino di sale abbondante
– 1/2 cucchiaino di zucchero
– farina Nutrisì (quanto basta per rendere compatto il panetto) 
– 1 bel mazzetto di prezzemolo (dalle foglie giganti e mutanti)
 
Ho sciolto il sale e lo zucchero nell’acqua e l’ho unita al lievito madre insieme all’olio ed ho aggiunto la farina un pò per volta, fino ad ottenere un panetto morbido. Poi ho tritato per bene il prezzemolo e l’ho unito al panetto lavorandolo un pò per amalgamare bene tutto.
Dopo di che ho diviso il panetto in 5 palline da 60 grammi e le ho stese molto sottili.
 
Questa la prima piadina ancora cruda.
 
 

L’ ho cotta in una padella a fiamma non eccessivamente alta in modo che non si bruciasse. Si cuociono in un attimo e sono davvero veloci da fare.

Eccola cotta 🙂

Sono buonissime, leggerissime, profumatissime e si piegano che è una meraviglia!

Se le tirate ancora più sottili e le tenete un pò di più sul fuoco, diventeranno croccanti e molto simili al pane carasau. Buonissime anche così!

Il prezzemolo le rende saporite e anche molto particolari. Io le ho farcite a piacere, ma possono tranquillamente essere utilizzate come sostitute del pane quando non ne avete in casa e dovete trovare una soluzione all’ultimo momento.  
Ovviamente potete unire all’impasto tutte le erbe che preferite, a gusto vostro. Se la mia salvia non si fosse suicidata, avrei provato volentieri anche con quella, ma sospetto che la prossima candidata sarà la maggiorana compulsiva… prima che sia lei a divorare me!! 

Spaghetti con barba di frate

Finalmente è arrivato il periodo (breve purtroppo) degli agretti o barba di frate, che dir si voglia. Mi piacciono tantissimo e ne mangio a ciotole, perciò quando ho visto questa ricetta di Felix per un cake salato con la barba di frate, non ho resistito e mi sono subito cimentata. Ve la stra-consiglio perchè è proprio deliziosa!!!
Però nel preparare il cake ho cotto più agretti dei quelli che mi servivano, dunque cosa fare di quelli in più? Dopo aver provato la ricetta di Felix, condirli e mangiarli semplicemente all’agro mi sembrava un insulto alla loro bontà, perciò mi sono messa in caccia su internet per trovare qualche idea e, mettendo insieme ciò che il mio frigo offriva oggi, ne è venuto fuori un primo saporito e davvero sfizioso 🙂

Questi gli ingredienti per 2 persone:

– 180-200 g di spaghetti (io ho usato i Fini/Biaglut, ma solo perchè avevo finito quelli Garofalo!)
– olio evo
– 1 spicchio di aglio
– peperoncino
– 6 pomodorini piccadilly
– 1 etto gamberetti sgusciati (dose fantasiosamente stimata! Ne avevo un sacchettino nel congelatore, ma non li ho pesati)
– un mazzetto piccolo di agretti lessati
– sale q.b.

Fate rosolare in una tegame olio, aglio e peperoncino e poi aggiungete i pomodorini tagliati a cubetti ed i gamberetti. Io li ho presi direttamente dal congelatore, tanto sono piccoli e si cuociono in un attimo anche se congelati. Per ultimi unite gli agretti e regolate di sale. Il tutto sarà pronto in non più di 10 minuti, giusto il tempo di cuocere la pasta. Unite il condimento agli spaghetti, amalgamate per bene e servite.

Un primo leggero e sfizioso 😉