Pane con farina integrale…. e un’assenza forzata che porta grandi novità!

E dopo mesi di forzata inattività, eccomi di nuovo!!!!
Alle prese con una valanga di novità che sembrano moltiplicarsi ogni giorno, ma diciamo che ora posso provare a rimettere mano al mio piccolo e trascurato blog, del quale, mio malgrado, proprio non ho potuto occuparmi.
Gli ultimi mesi sono stai un uragano di avvenimenti ed è difficile anche solo raccogliere le idee. Un trasloco, che ci ha finalmente portati nella casetta nuova, ma che ha comportato un lavoro forsennato per diverse settimane…. un nuovo pelosetto, un adorabile trovatello con tanta voglia di una casa e di coccole… un lavoro che reclamava la sua smodata quantità di tempo ed attenzione senza se e senza ma…. e dopo una decina di giorni che ci eravamo trasferiti, ancora tra scatoloni, armadi da montare e lampadari da attaccare…. abbiamo scoperto che la famiglia si sarebbe allargata ulteriormente!! E no, non abbiamo adottato un terzo micio :DDD
Notizia delle notizie: sono incinta!!! Ammetto che mi fa ancora un pò effetto scriverlo 🙂
 
Oltre alla carenza patologica di tempo che tutte queste novità hanno portato, l’ostacolo più grande alla cura del blog che tanto amo, è stato proprio il primo periodo della gravidanza… non ho avuto nausee violente o problematiche, ma piuttosto un disgusto totale per quasi ogni forma di cibo. Mangiare era davvero un problema e il mettersi davanti ai fornelli a cucinare assolutamente impossibile, con somma tristezza del povero Presidente… che da tesoro di uomo qual è, non ha mai fatto una piega e ha fatto la cura di uova e pomodori, a scapito della sua tanto amata carne della quale io non potevo neanche sentire l’odore!
Praticamente fino alla fine dei fatidici 3 mesi sono sopravvissuta grazie a pomodori, mozzarelle, stracchino e patate lesse. E non c’era verso di mangiare altro. Avevo finalmente la mia super cucina nuova con super piano di cottura, super forno e spazio e volontà e non riuscivo ad usare assolutamente nulla, non c’era verso.
Scrivere post di cucina sarebbe risultato abbastanza ridicolo… avrei potuto osannare le meraviglie di una foglia di basilico sminuzzata un una ciotola di pomodori o lanciarmi in una dissertazione sulla varietà di questi ultimi in commercio e sulle relative sfumature di gusto…avrei potuto scrivere di quanto mi piacciano le patate lesse ancora calde ed esultare per il fatto che ho imparato a cuocerle a vapore nel mio nuovo e fichissimo microonde ad incasso…oppure avrei potuto bearmi del fatto che il Presidente sa condire la caprese in modo sublime (come mette sale, pepe e olio su mozzarella e pomodoro lui non lo fa nessuno!), ma ho temuto che al secondo post mi avrebbero internato per direttissima, vai poi a spiegare che era colpa degli ormoni!!!
Insomma, cibo NEIN!!! Non c’è stato proprio verso….
 
Detto ciò, il trimestre di patimento doveva pur finire, perciò ho atteso fiduciosa il reflusso della marea della nausea, mentre il sito di Gluten Free Travel & Living iniziava la Scuola di Cucina e io morivo dalla voglia di partecipare…
Temo però di aver preso troppo alla lettera questa faccenda del reflusso…. perchè la marea di nausea è passata, ma il reflusso no!! Bella fregatura: ora che potrei finalmente mangiare, non posso! O meglio, devo evitare tutta una serie di alimenti irritanti (addio miei adorati pomodori…addio amata mozzarella…sob sob!) e mangiare come un uccellino, a meno di spiaggiarmi come un balenottero in preda ad una digestione impossibile.
Ma è comunque un passo avanti, che diamine! Almeno ora riesco a leggere di nuovo i miei blog di cucina preferiti, a preparare un arrosto al Presidente e, miracolo di tutti i miracoli, mangio le mele!!!!! Chi mi conosce sa che le ho sempre considerate il più inutile dei frutti (a meno che non fossero inserite in una profumata torta con un pò di cannella) e mai nella vita sono stata una mangiatrice di frutta…. ecco, ora la adoro. Conterà pur qualcosa! :DDDD
Sta di fatto che quando ho letto che il tema del mese della Scuola di Cucina era il pane, ho fatto un doppio carpiato perchè si, il pane posso sia cucinarlo che mangiarlo!! Olè!!!
 
Quindi oggi vi propongo il mio pane preferito, quello che amo fare e mangiare a casa e che mi ricorda molto il sapore del Pane nero di Lariano (chi è di Roma o dei Castelli mi può capire).
 
A suo tempo sono partita dalla ricetta base del pane bianco di Felix e Cappera e poi ho modificato le dosi per unire 100 g farina integrale. Questo il risultato.
 
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Questi gli ingredienti:

– 230 g di farina Mix B o NutriSi
– 110 g di farina Glutafin
– 60 g di farina Farmo (nella variante con il lattosio, non ho ancora mai provato l’altra in questa ricetta)
– 100 g di Brot Mix Shar
– 400 ml di acqua tiepida
– 5-6 g di lievito di birra secco
– 20 ml di olio evo (ma ammetto che ultimamente vado ad occhio…)
– 1 cucchiaino di zucchero
– 2 cucchiaini di sale
– una spolverata di farina Mix It!

Il procedimento è davvero semplice. Sciogliete il lievito nell’acqua tiepida insieme allo zucchero e lasciatelo da parte mentre preparate le farine. Una volta pronte queste ultime, versate l’acqua nella planetaria, unite l’olio e la farina e iniziate a mescolare a velocità bassa, per poi passare a velocità sostenuta appena tutti gli ingredienti si saranno amalgamati un pò. Unite il sale e lasciate andare qualche minuto. Non ho mai badato molto a tempo di impasto…. personalmente faccio andare la planetaria giusto il tempo di avere un composto ben amalgamato e uniforme. A questo punto trasferite l’impasto in una ciotola oleata e lasciate lievitare per circa 2 ore.
Se avete un forno con la funzione “lievitazione” il risultato è garantito indipendentemente dalla temperatura esterna dell’ambiente.
Una volta completata la lievitazione, spolverate con un pò di farina Mix It! un foglio di carta forno e “scaravoltateci” sopra l’impasto, poi, con l’aiuto di una spatola cosparsa di olio, tagliate l’impasto in due e separate le due metà. Con le mani bagnate o appena oliate date la forma che preferite alle due porzioni di impasto (io ne ho fatto 2 filoncini) e spolverateli con un altro pò di Mix It!
Infornate il pane in forno statico a 250° per 10 minuti, poi abbassate la temperatura a 200° e passate al ventilato. Lasciate cuocere per 35-40 minuti (dipenderà anche dalla potenza del forno).
Mi piace utilizzare la funzione ventilato perchè la crosta del pane risulta più spessa e croccante… e io adoro la crosta del pane!
 
Di tutte le ricette che ho provato questa per ora è quella che mi piace di più, è un pane saporito e rustico e, per chi ha potuto provarlo prima di diventare celiaco, ricorda davvero il Pane nero di Lariano.
A volte, a seconda del lievito che di usa e anche dell’umidità dell’impasto, una volta “scaravoltato” l’impasto può risultare più basso, ma non vi preoccupate ed infornate, il risultato sarà ottimo lo stesso e avrete soltanto un’alveolatura appena più piccola.
Spero proprio che vi piaccia!!!
 
Con questa ricetta partecipo al 100% Gluten Free (Fri)Day e, finalmente, alla Scuola di Cucina di Gluten Free Travel & Living!
 
 

Pane alle erbe… potenza del fattore C !!!

 

Questa settimana sono stata alle prese con la sperimentazione di una ricetta per un pane buonissimo ricevuta da un’amica. La ricetta è nata come glutinosa e sto faticando un pò per “sglutinarla” ed ottenere un pane sia buono che bello a vedersi. Dopo un primo esperimento disastroso ed un secondo esperimento buonissimo, ma non propriamente bello a vedersi, mi resta solo (come se fosse poco)da conquistare l’aspetto “estetico”.  Abbi fede Silvia, ce la posso fare!
Nel frattempo, per questo venerdì sglutinato condivido un pane fatto qualche tempo fa e che volevo postare da tanto tempo. Credo sia in assoluto il pane più bello che mi sia mai venuto!
In tutta onestà, sono abbastanza convinta che il fattore “C” in questo caso l’abbia veramente fatta da sovrano, perchè una lievitazione così bella non sono più riuscita a riprodurla, ma ammetto che faccio raramente il pane con il lievito di birra, normalmente uso il lievito madre che si comporta in modo completamente diverso (almeno il mio!).
Ad ogni modo, ecco il mio pane 🙂

 

 

 
 

 

Per realizzare questo pane ho usato la ricetta del pane bianco di Felix e Cappera che trovate qui, io ho dimezzato le dosi, aggiunto le erbe, sostituito il lievito di birra fresco con quello secco e usato la farina Nutrisì al posto del Mix B.

Questi quindi gli ingredienti:

– 140 g farina Nutrisì
– 70 g Glutafin*
– 40 g Farmo*
– 160 g di acqua tiepida
– 4 g di lievito di birra secco
– 10 ml di olio evo
– 1/2 cucchiaino di zucchero
– 1 cucchiaino di sale
– un mazzetto bello grande di maggiorana fresca
– un mazzetto bello grande di prezzemolo fresco

*Utilizzando la farina Farmo senza lattosio nella misura di 70 g e la farina Nutrisì per 180 g avrete un impasto senza lattosio adatto anche a lle persone con questa specifica intolleranza.

Iniziate lavando e tritando per bene tutte le foglie delle erbette.
Sciogliete il lievito nell’acqua e mettetelo nella ciotola della planetaria insieme allo zucchero. Poi aggiungete l’olio e le farine e iniziate a far lavorare la planetaria (ovviamente con l’apposito gancio impastatore) q velocità media. Quando i liquidi saranno ben amalgamati, aggiungete il sale e aumentate la velocità della planetaria. Aggiungete le erbe per ultime e impastate solo per  un paio di minuti. Lasciate lavorare per 5 minuti circa. Ongete per bene una ciotola, trasferitevi l’impasto  e lasciate lievitare nel forno con la lucina accesa per circa 3 ore.  A lievitazione terminata, scaravoltate l’impasto su un foglio di carta da forno infarinato (io di soluto uso la Mix it! DS), date una spolverata di farina anche sulla superfice dell’impasto ed infornate in forno preriscaldato alla temperatura massima per 10 minuti e poi a 200° fino a quando il pane non sarà ben dorato. Passate alla funzione ventilato per altri 5- 10 minuti al massimo, per avere una crosta bella croccante.
Sfornate e …. gustate il vostro pane erbettoso e profumatissimo!!!

Con questa ricetta partecipo al 100% Gluten Free (Fri)Day!

Tortino di carciofi in pasta matta … e un finto orto in quarantena.

Il mio finto orto è ufficialmente in quarantena. Le mie speziette moleste si sono ammalate. Ecco. Dopo l’anarchia, l’ammutinamento.
Qualche giorno fa, durante il rito dell’annaffiatura, mi sono accorta che la menta aveva delle macchioline marroncine, il prezzemolo dei minuscoli puntini bianchi, e il timo sembrava ricoperto di polvere bianca. Tutte malattie diverse. Ovvio, non potevo certo aspettarmi che delle spezie anarchiche si mettessero daccordo per prendere tutte lo stesso parassita e rendermi le cose più semplici. Figuriamoci.
Che fare? Annaffiare a pioggia tutti i vasi con la candeggina pura avrebbe sicuramente debellato la malattia (e mi avrebbe concesso il subdolo e dolce piacere di una sacrosanta vendetta), ma assieme ai parassiti avrei debellato anche le piante. (dunque niente vendetta, ahimè!)
Urgeva soluzione possibilmente non troppo aggressiva, perciò mi sono rivolta a San Google, confidando nella rete per avere illuminanti consigli.
Dopo circa 45 minuti di ricerca, avevo trovato un sacco di soluzioni utili. Nell’ordine:
1)  Bagnare per bene tutte le piante con acqua e sapone di marsiglia. 
Ma come avevo fatto a non pensarci da sola, si sa i parassiti, le muffette e i funghi sono notoriamente creature amanti della sporcizia e rifuggono la pulizia in ogni sua forma, figuriamoci il sapone di marsiglia. Al limite le mie piantine avrebbero preso un leggero retrogusto saponato o io e il Presidente avremmo potuto fare qualche bolla mangiandole, che sarà mai. Ok, sapone di marsiglia… vabbè.
2) Interrare per metà uno spicchio d’aglio in ogni vaso, perchè l’odore tiene lontani i parassiti.
Attimo di perplessità in cui ho riletto 3 volte il post per essere sicura di non essere finita in un forum di consigli contro i vampiri, ma no, si parlava proprio di malattie delle piante. Ok…spicchio d’aglio… non mi entusiasmava l’idea di usare l’aglio come deodorante del pianerottolo, ma ok… 
3) Quotidiane docce serali con abbondante acqua fredda per far morire di reumatismi i minuscolissimi ragnetti rossi che possono essere responsabili della malattia della pianta. No aspetta…. quotidiane docce serali?? Dovevo forse mettere le piante nella vasca tutte le sere per affogare i parassiti?? Mai e poi mai! Io  parassiti morti, agonizzanti o coi reumatismi  nella mia vasca non ce li voglio!
4) In caso tutti i metodi descritti sopra non avessero funzionato, sarebbe stato il caso di dare una non meglio identificata  roba chimica ramata sulle piante. Effettivamente mi mancava solo questo all’appello. DOS LOS RAMATOS! Olllèèèè!! (con stacchettata di flamenco e naccherata di sottofondo)
 
Dunque ricapitoliamo. Dovevo armarmi di uno spruzzino caricato con acqua e sapone di marsiglia, 5 spicchi di aglio e uno zainetto con pompetta per il ramato stile il ciclone. Mancavano solo zampe di coniglio e code di rospo. Così equipaggiata secondo me i parassiti non si sarebbero mossi di un millimetro, ma di sicuro si sarebbero sbellicati dalle risate. Dopo un’ora avevo capito che le soluzioni pacifiche e indolori non erano praticabili. Serviva l’artiglieria pesante della chimica, perciò ho spedito il Presidente a fare incetta di munizioni nel vivaio sotto casa. 
Ieri la guerra è stata dichiarata, l’attacco sferrato e giù di potature, spostamenti e bombardamento chimico. 
Alla fine il bollettino di guerra è il seguente: timo rapato a zero ed esiliato dal davanzale al pavimento del pianerottolo, prezzemolo rapato per precauzione, menta rinvasata, bombardamento chimico con una roba strana e blu sulla quale è meglio non indagare troppo e una piantina di basilico col preservativo.
….. Ok, forse avrei dovuto spiegare prima che Tesorodisuocera mi ha regalato anche una piantina di basilico ricoperta da un’involucro di plastica sottile e bucherellata in modo da far passare l’aria e la luce, ma non i parassiti. Un basilico col preservativo. Appunto. Non fatemi domande vi prego…
 
A fine giornata, mi ero meritata un pò di sane coccole, così ho messo in cantiere il tortino di carciofi! Gustosissima ricetta spacciatami dalla Roberta (detta LaRoberta!), la santa donna (e l’amica 🙂 )senza la quale probabilmente non avrei mai scoperto di essere celiaca. E’ un dato di fatto che LaRoberta, oltre ad essere celiaca, è dotata di un superpotere che le consente di identificare con impressionate margine di certezza un celiaco quando le capita a tiro. Una specie di infallibile sensore antiglutine! E’ fantastica! 😀
La versione originale è glutinosa, perciò ho sostituito l’involucro esterno (di farina 00) con la pasta matta (fatta con la ricetta di Felix e Cappera che trovate qui)
 
Questa la delizia poco dopo essere stata sfornata

 

e questi gli ingredienti:per la pasta matta
– 174 g di farina Glutafin
– 50 g di farina Nutrisì per pane
– 26 g di farina Farmo per pane
– 110-120 g di acqua
– 5 cucchiai di olio
– una presa di sale

per il ripieno
– 6 carciofi
– 200 g di prosciutto cotto (rigorosamente senza glutine)
– 100 g di formaggio tipo caciotta
– 100g di formaggio affumicato (io ho usato la provola affumicata)
– 1 uovo
– 2 cucchiai di parmigiano
– olio evo
– sale

Prima di tutto pulite bene i carciofi, metteteli a bagno in acqua e succo di limone e poi tagliateli a fettine sottili. e conditeli con olio e sale. Poi passate alla preparazione della pasta matta, che va stesa ed utilizzata subito, altrimenti tende ad indurirsi e sbriciolarsi un pò. Mettete tutti gli ingredienti nell’impastatrice e fatela andare a velocità media finchè non atterrete una pallina di pasta morbida e solo appena appiccicosa. Preparate un piano di lavoro infarinato, mettete via una parte dell’impasto che servirà per la copertura del tortino e iniziate a stendere il resto col mattarello, cercando di creare un disco il più possibile regolare. Una volta pronto, posizionatelo su una teglia (io ne ho usata una da circa 26 cm di diametro) e aggiungete il ripieno a strati secondo questo ordine: carciofi, prosciutto cotto, formaggio caciotta e formaggio affumicato (io ho tagliato entrambi i formaggi a fette sottili). per ultimo aggiungete l’uovo sbattuto insieme ai 2 cucchiai di parmigiano, spargendolo sulla superficie del tortino.
A questo punto stendete un disco con la pasta matta rimasta e ricoprite il tortino, sigillate bene i bordi ripiegandoli (io mi sono aiutata con una forchetta) e poi…. fate un bel buco al centro col dito! Il buco servirà a non far gonfiare e rompere il tortino durante la cottura. (come vedete dalla foto,una volta terminata la cottura il buco nemmeno si nota più). Infornate  e cuocete a 200° per circa 40 minuti o comunque finchè la pasta non sarà ben dorata.
Una volta cotto e raffreddato a sufficienza per poter essere tagliato, si presentava così
 

 

 

E’ davvero buonissimo! ( e brava LaRoberta!) Io ho usato una teglia grandina e steso la pasta piuttosto sottile perchè il ripieno è molto ricco già di suo, ma nulla vieta di usarne una più piccola e fare degli strati più spessi. In questo modo otterrete un tortino più piccolo di diametro, ma più alto e con l’involucro di pasta più spesso.
GNAM!!!
 

Panini all’olio con olive… stuzzichino presidenziale ;)

…..dicevamo….

Viva le polpette e il fatto che il Presidente le adora, ma ieri sera a me prudevano le mani e avevo una voglia matta di pasticciare in cucina (complice anche la settimana di super lavoro). Così tra una polpetta e l’altra, mi sono lanciata nel primo tentativo di panini  all’olio. Con tanto di olive dentro. Tiè!
Quando non ero celiaca (o non sapevo di esserlo) adoravo i mini panini imbottiti che affollavano le tavole dei buffet e li divoravo. Quale stuzzichino migliore in attesa delle polpette? 😉
 
Questa la ricetta originale di Felix e Cappera.
E questa la mia variante.

 

Io ho dimezzato le dosi , sostituito il lievito, aggiunto le olive e ritoccato il mix di farine. Perciò ho usato:

– 90 g Nutrisì (mi piace di più del Mix B e rende il pane molto saporito)
– 60 g Farmo
– 50 Glutafin (anche questa farina la adoro…)
– 160 g acqua
– 20 g olio
– 3 g di lievito di birra secco (ho usato quello nella scatola della Glutafin, ne ho una discreta scorta)
– 3 g sale
– un pizzico di zucchero
– una decina di olive verdi snocciolate tritate (controllate sempre che siano sicure)

Ho sciolto il lievito nell’acqua tiepida e ho aggiunto lo zucchero. Poi, nell’impastatrice ho aggiunto farina, olio, sale ed ho impastato .Solo dopo che il composto risultava già ben amalgamato, ho aggiunto le olive tritate e ho lasciato andare l’impastatrice qualche altro minuto.
La prima lievitazione l’ho fatta fare nel forno con la lucina accesa per un’ora e mezza, poi ho ripreso l’impasto e, con le mani infarinate, ho fatto le palline piccoline (e 5 più grandi, visto che non sapevo esattamente quanto sarebbero cresciute) e le ho rimesse a lievitare in forno per un’altra mezz’oretta.
Spennellatina di acqua e olio, 20 minuti in forno a 190° e…… una meraviglia!!!
Sono venuti dei mini panini soffici, leggerissimi e buonissimi!!!
Non sono abituata a usare lievito di birra perchè quello fresco mi da parecchio fastidio e, quando posso, preferisco utilizzare il lievito madre, ma quest’ultimo ha tempi di lievitazione molto più lunghi e lievita anche in maniera diversa (di solito crea un’alveolatura più stretta). Il primo tentativo con il lievito secco però lo promuovo in pieno! Se ne usa di meno, circa un terzo della dose di lievito fresco, e sembra non darmi grossi problemi. Evvai!
 
Il Presidente, che all’inizio aveva esclamato “Belli!!!! Ma non riuscirò a mangiarli tutti…”, ha ovviamente spazzato via l’intera teglia un’attimo dopo averli assaggiati. Sono soddisfazioni! 😉
 
Con una fettina di bresaola dentro 🙂
 

L’ultimo mini panino del cestino….per Pudore il Presidente lo ha lasciato li dentro per qualche minuto prima di disintegrarlo. Hi hi hi!

Dunque mini panini spazzolati via e polpette sparite. Tocca al contorno…. 🙂

To be continued……